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56 Domenica 33^ Tempo Ordinario (I carismi) rif. al 13/11/11 PDF Stampa E-mail

                                Trentatreesima Domenica del T.O.

Dal Vangelo secondo Matteo (25, 14-15.19-21)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Avverrà come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì.
Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con loro. Si presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque, dicendo: “Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”».

Parola del Signore                                                    

                                          I carismi  

  La parabola che Gesù narra oggi nei Vangeli contiene tutto il messaggio che Lui vuole comunicarci in questa ultima domenica di catechesi dell’anno liturgico.La prima lettura, dal libro dei Proverbi, ci propone un modello da imitare: la donna laboriosa che fa fruttare la propria capacità di casalinga. La seconda lettura, dalla lettera di San Paolo ai cristiani di Salonicco, ci esorta a stare sempre svegli, figli della luce, perché non sappiamo quando il Signore verrà a chiederci conto di come abbiamo amministrato i doni che ci ha dato.Nel Vangelo poi si parla di “talenti”, parola che deriva dal greco, talanton, che era il nome dato dai greci al piatto della bilancia. In seguito significò un capitale monetario costituito da piastre d’argento che pesavano tra i 26 e i 40 Kg a seconda del Paese in cui si usavano. Con il tempo però questa parola nel linguaggio comune passò ad indicare i doni, ossia le capacità personali che Dio dà ad ognuno di noi.Per che cosa ci sono stati dati i talenti da Dio?Anzitutto non sono dei gioielli da conservare in uno scrigno o per essere esibiti nella vetrina di un museo. I talenti ricevuti, anche se molti, da soli non danno la salvezza. Il cristianesimo è dinamismo, azione, è fare, bisogna far fruttare questi doni e continuare così l’azione di Dio.E’ urgente farlo, poiché non sappiamo quando il Signore verrà a chiederci conto di come li abbiamo amministrati. Il non farlo è pigrizia imperdonabile e rischiosa, pensiamo solamente al risultato ottenuto dal servo che ritirò il suo talento, lo riconsegnò al suo signore e da lui fu condannato alle tenebre eterne. Non lo aveva fatto fruttare.I talenti poi sono in rapporto con il piano di Dio. Domandiamoci, perché ho ricevuto questi doni?San Tommaso d’Aquino in un suo scritto dice: “I carismi ( o doni) ci sono dati per il bene di tutta la comunità”; ti sono stati dati per l’utilità di tutti i tuoi fratelli. La saggezza umana ha coniato l’aforisma: “l’uomo che si alza solleva il mondo”. E questo è tanto più vero in quel misterioso organismo che raggruppa gli uomini che credono in Cristo, cosiddetto “Corpo Mistico di Cristo”. In questo, i fini dell’esistenza di ognuno si intersecano con i fini dell’esistenza altrui per tessere la trama del progetto divino. Debbo sviluppare i talenti ricevuti, farli funzionare per il bene di tutti, perché io non so che rapporto hanno i miei talenti con l’esistenza degli altri.Devo farlo con il massimo impegno e non conoscendo gli effetti di ciò che mi tocca fare, perciò prudenza mi consiglia di farli rendere al massimo delle mie capacità.Un giorno vedremo ciò che Dio ha fatto con i nostri piccoli contributi.“Io sono venuto a portare il fuoco sulla terra e non desidero altro che si accenda”(Luc. 12,49). Ricordiamo la fiammella dello stadio di baseball di Los Angeles che ha dato inizio ad una illuminazione, anche se piccola, sufficiente per evitare dei disastri.Ora nella prassi, come, dove, quando, cosa devo fare con questi miei talenti? Dove devo usarli?Non devo girare il mondo per trovare il dove, Dio mi ha posto in un determinato punto della terra, in un certo momento storico, in un certo ambiente, questo è il mio dove! E come far fruttare questi miei talenti? Nel lavoro che ho da fare, lì dove sono, tutti i giorni, nei rapporti con il mondo che mi circonda, in quella casa, in quella scuola, in quell’ospedale, in quell’ufficio, in quel negozio, in quel circolo, come dirigente o come dipendente questo non interessa, come presidente o come ultima ruota del carro, devo impegnarmi sempre a fondo con quanta più professionalità mi è possibile. Ecco il come.E tutti i miei doni devo darli.Facciamo alcuni esempi sui doni. Una persona  che ha qualità artistiche, cura e rispetta la bellezza nelle espressioni che gli sono congeniali, nella forma, nei colori, nella musica, ecc. L’arte è un’espressione dell’infinita bellezza di Dio. Se una persona ha ricevuto capacità organizzative cura l’esattezza, la precisione, il coordinamento nel lavoro; capacità sociali, allora coltiva la solidarietà, l’amicizia, la comunicazione, ecc. E così per ogni carisma ricevuto.Questo non solo per l’educazione ricevuta ma per far funzionare i doni che Dio ti ha dato.Così svolgerai la missione che hai ricevuto da Dio nella storia.Così sia. 

Ultimo aggiornamento ( sabato 12 novembre 2011 )
 
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