Ventottesima Domenica del T.O. Dal Vangelo secondo Matteo (22, 1-10)
In quel tempo, Gesù, riprese a parlare con parabole [ai capi dei sacerdoti e ai farisei] e disse: «Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire. Mandò di nuovo altri servi con quest’ordine: Dite agli invitati: “Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!”. Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città. Poi disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”. Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali». Parola del Signore Il vestito non adatto per il banchetto Il profeta Isaia nella prima lettura ci presenta il panorama della convocazione di tutta l’umanità al banchetto che Dio prepara per tutti gli uomini . Un banchetto dove la tavola è abbondantemente imbandita e va d’accordo con il Vangelo che ci parla delle nozze e dell’uomo che a quelle nozze era andato senza il vestito adatto per l’occasione. Domenica scorsa noi avevamo parlato della figura della vigna e dei vignaioli negligenti ai quali veniva tolta la vigna per darla ad altri che la facessero fruttificare. Dichiarava così Gesù che la missione di Israele era finita perché Israele non era stato fedele, non aveva voluto accettare il piano di Dio per la salvezza dell’umanità. Doveva essere la culla, il nucleo centrale attorno al quale, con il Cristo Figlio di Dio, l’umanità si sarebbe dovuta raccogliere. Ma qui è stato tutto il popolo ebraico a perdere la missione, che aveva come comunità e come comunità l’ha persa. Invece nel Vangelo di oggi si tratta solo di un individuo. La riflessione è allora a livello personale. Un individuo invitato che non si presenta con il vestito dovuto; gli altri ammessi invece sono in regola. Ebbene questo, fratelli e sorelle, ci fa pensare alla nostra situazione personale. Può succedere ad ognuno di noi. Siamo stati chiamati, convocati con gli altri e ci dobbiamo presentare con un vestito adatto, ma molte volte ci presentiamo con il nostro vestito, quello che noi crediamo vestito adatto, che però non corrisponde all’occasione. Vogliamo uscire dai paragoni, ebbene cos’è questo vestito? Fratelli e sorelle questo vestito è la forma personale che io ho di pensare il cristianesimo: quel cristianesimo “fai da te” del credo si però “a modo mio”, del “so pregare anch’io a modo mio”. Quella specie di “bricolage” della fede cristiana, della risposta che si dà “si credo, ma non pratico”; il cristianesimo di chi dice: “beh! insomma siamo nel terzo millennio dopo Cristo, sono evoluti i tempi. Ma come mai la Chiesa non si aggiorna in materia sessuale, come mai è così dura su certe posizioni?” Il cristianesimo di coloro che vorrebbero che la Chiesa fosse una ONG, ossia un organizzazione non governativa, una ONLUS senza spirito di lucro ma per attività sociale . Una organizzazione che curasse l’assistenza sociale, che controllasse l’etica degli altri, specialmente i primitivi, affinché non alzino la testa e non intervengano alla difesa dei propri diritti. Un cristianesimo che vede la Chiesa come la Croce Rossa. Una Croce Rossa universale del bene spirituale, ma che non si presenti mai al mondo come mistero di Dio che si rivela tra di noi: questo no, questo non ha niente a che vedere. Invece, fratelli e sorelle, la Chiesa ha come missione proprio quella di unire tutti gli uomini nella verità e nell’amore dell’unico Dio. L’unione degli uomini tra di loro e con la Comunità Trinitaria, Padre - Figlio - Spirito Santo. Ebbene, nell’attuale situazione come si strutturano le cose? E si, fratelli e sorelle, la Chiesa non è più come una volta nei cosiddetti regimi di cristianità, quando i principi del Vangelo incidevano nella struttura stessa della vita civile dei popoli: le confraternite degli artigiani, le misericordie nel sociale per coloro che avevano bisogno di servizi sociali, le feste liturgiche che gestivano anche civilmente i tempi, le prime scuole attorno alle cattedrali, le prime università fondate, i primi ospedali, ecc. Oggi no ! Oggi l’unione degli uomini si fonda sui sindacati, sui gruppi economici, sui partiti politici, sui club, sui gruppi di tifosi, sulle organizzazioni sportive, sulla globalizzazione che è il livello internazionale, nell’Onu, nella Nato, nelle grandi unioni di paesi per i loro interessi economici. Ebbene, in questo ambiente che non è più di cristianità come prima, che ha avuto un cambio sostanziale, cosa deve fare la Chiesa per portare avanti questa missione ricevuta da Dio, per unire gli uomini attorno a suo Figlio, fatto uomo, Gesù Cristo, come germe dell’umanità futura? Ecco che lungo questi secoli della storia di ogni giorno, questo nucleo iniziale chiamato Chiesa deve essere polo che attrae attorno a sè coloro che gli stanno intorno nell’ambiente del lavoro, del tempo libero, nella famiglia, nelle strutture sociali, ecc. Per attirare a se questi uomini, qual è lo strumento da usare? Il cardinale Ratzinger, quando non era ancora Papa, aveva detto che avevamo bisogno di cambiare il tipo di evangelizzazione che è la cosa sostanziale. E’ la testimonianza che provoca stupore, ossia dobbiamo essere , come cristiani, capaci di far scattare la frase che i pagani di Antiochia dicevano dei primitivi cristiani: “Guardate come si vogliono bene!” E’ questo il vestito di nozze che ci ammette al banchetto di Dio in questi anni del terzo millennio: l’ “agape”ossia l’amore fraterno in Cristo. Così sia.
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